EDITORIALI


Durante la pandemia siamo stati costretti a vivere una realtà di reclusione forzata che ha cambiato il nostro modo di vivere nostre abitudini. Il mondo intero, per la prima volta si è trovato a fare i conti con un nemico invisibile, spaventoso, in quei momenti di angoscia l'essere umano si è scoperto fragile, ignaro del proprio destino. Proprio in quel periodo di riflessione, ricco di silenzi assordanti e di incertezze che ho avvertito il bisogno di cercare me stesso ponendomi delle domande: chi sono? da dove vengo? Chi ha vissuto prima di me ed in che modo? La conseguenza di questa ricerca interiore mi ha portato ha scrivere un racconto in una lingua primordiale, il dialetto. In questo contesto ricco di emozioni diverse e complicate, nasce "J'armistizie". La prima stesura della commedia è stata riposta in un cassetto. Il lavoro non voleva essere reso pubblico, nasceva come una ricerca personale, una sorta di sfogo, un diario segreto dove scrivere i pensieri più intimi e come tale, nascosto in un cassetto. Una serie di casualità hanno portato alla luce il manoscritto: una telefonata con il gigante della comunicazione Massimo Pasqualone, l'amore per l'arte e per le opere del maestro Stefano Lustri (autore della copertina) hanno fatto sì che la commedia uscisse allo scoperto. L'epilogo è stato il "fortunato" incontro con la compagnia teatrale JE CONCENTRAMÈNTE che, proprio in quel periodo cercava una commedia da poter mettere in scena. A maggio 2022, come in una favola, i fogli che riposavano in un cassetto hanno preso il volo poggiandosi su un castello, vero questa volta, il castello della mia amata Città, il resto è una storia da raccontare...
    
L’attività teatrale in seno all’Associazione Culturale Parrocchia "Madonna del Passo", nasce con la stessa nel 1994 come attività parrocchiale appunto ed insieme ad altre molteplici iniziative è andata via via crescendo fino alla costituzione ufficiale di una compagnia teatrale amatoriale,nel gennaio 2011, con il nome de: "Je Concentraménte". Lo scopo da attribuire alla realizzazione di un Compagnia teatrale è stato quello di valorizzare il vernacolo avezzanese e la storia di un quartiere, “Borgo Pineta”, che è il cuore pulsante della città di Avezzano. Anche il nome "Je Concentraménte" è un rimando a questa storia, in quanto il quartiere viene così chiamato a causa di un campo di detenzione (di concentramento appunto) per prigionieri Austro-Ungarici, li insidiato durante gli anni della prima guerra mondiale. Già dalla prima rappresentazione il gruppo teatrale ha ottenuto, tra un tutto esaurito e l'altro grandi successi, proponendo ogni anno una nuova rappresentazione, sino a vincere nel 2014 il Primo Premio al prestigioso Premio Nazionale "Serafino Aquilano" con l'opera "Je mórte sta bbóne", adattamento da "Il morto sta bene in salute" di Gaetano di Maio, adattata dalla direttore artistico e regista Raffaele Donatelli. Dal 2015 fino ad oggi, escluso i due anni di pandemia, la compagnia riesce a mettere in scena ogni anno un nuovo spettacolo, tra cui le inedite: “Na femména busciàrda”, “Le Zitelle”, “Je Diàvele che te se n'golla”, "Chi nen è pàzze nen ce je voléme", "Ultimo viaggio tutti i comfort", tutte scritte e dirette da Raffaele Donatelli. Nel 2022, dopo i due anni di fermo, la compagnia teatrale completamente rinnovata sia nella regia e direzione artistica, che negli interpreti, sempre sotto l'egida dell’Associazione Culturale, propone “J’Armistizie” di Luca Clemente Cipollone. La commedia scritta in un dialetto puro e ricercato, creata con un dedicato e profondo studio dei fatti e ambienti dell’epoca (siamo nel 1943), racconta in un contesto fantasioso, un fatto storico colmo di ambiguità e spesso ironico, con lo scopo di mimetizzare gli eventi tristi della guerra. Uno spaccato dei momenti oscuri vissuti in quel giorno dell'8 settembre 1943 con l’entrata in vigore dell’armistizio. Esso riscuote alla sua prima un gradito successo sia di pubblico che di critica, anche oltre il confine provinciale, tanto da essere stata insignita del premio “Anna De Luca”, per la convincente scrittura ed esecuzione in dialetto avezzanese presso Francavilla al Mare (CH). Mentre scrivo, la compagnia tutta si sta preparando per un altro bel riconoscimento, quello di esibirsi nella sera del 20 gennaio 2023, per concorrere al Premio Marrucino nello splendido omonimo teatro in Chieti, dove potranno essere ancora protagonisti per una sera ed aggiungere “J’Armistizie”, alla lunga lista di opere messe in scena nei 205 anni di storia, del fantastico teatro teatino. Detto ciò, dal giorno 21 gennaio,il loro sguardo tornerà a posarsi sul copione di un’altra commedia inedita dal titolo “Miràquele a casa Scettecone”, scritta anch'essa dall'amico Luca Clemente Cipollone, che sarà messa in scena nei prossimi mesi,con l'inserimento anche nuovi protagonisti. Il mio invito a tutti, come presidente dell'associazione culturale "Madonna del Passo" e della compagnia teatrale amatoriale "Je Concentramènte" e di tutti i collaboratori parrocchiali è quello non solo di seguire questa bella realtà teatrale, ma anche di avvicinarsi alla vita della Parrocchia Madonna del Passo di Avezzano, dove tutto è nato. Le esperienze di ognuno di voi arricchirebbero un contenitore mai colmo. Vi aspettiamo!



Approccio sul sito ufficiale della compagnia teatrale amatoriale "Je Concentamènte", con il cuore colmo di emozioni. L'incarico che mi è stato dato dai soci della benemerita associazione culturale "MADONNA del PASSO" di Avezzano, se da una parte mi inorgoglisce, inevitabilmente mi grava di una grande responsabilità. 
Sin dalla sua nascita, una delle finalità  della suddetta associazione è stata la divulgazione della cultura in tutte le sue forme ed in quest'ottica, la presenza di una compagnia teatrale al suo interno, seppur amatoriale e dialettale, permette ad essa di avere un mezzo divulgativo di grandissima valenza.
Già in un precedente editoriale, il mio predecessore ed amico stimato, Rocco Nubile, ha esposto in maniera sagace la genesi, le esperienze e le vicissitudini della nostra compagnia, oggi invece io, voglio soffermarmi, con delle considerazioni personali, sulla potenza della nobile arte: il Teatro.
Parlare di teatro e delle sue finalità, prevede di per se, una abbondante dose di umiltà, per chi come me è un neofita, ma credo che l'esercizio di tale nobile pratica, seppur  con modalità amatoriali, implichi una serie di domande.
Cos'è che spinge l'umanità da millenni a rappresentare la realtà, o quella che sembra tale?
Oppure, cos'è che spinge nella ricerca di realtà parallele, distanti dall'apparente quotidianità?
Dal mio pezzo di vita fin qui percorso, posso estrapolare solo parziali risposte e del tutto personali, ad interrogativi abnormi come questi, ma un ricorrente quesito spesso mi si ripresenta: perchè esisto?
Mi rendo conto, che l'elaborazione di una risposta equilibrata a tal domanda, potrebbe essere paradossale, difficile, forse per qualcuno anche pericolosa, ma tant'è! 
Mi piace pensare che il motivo dell'esistenza del teatro e della sua magia, sia proprio questo, dare delle risposte, anche le piu improbabili e sgradite, perché citando un celebre salmo: il mare è così grande e la mia barca è così piccola.

Benvenuti a Teatro. 
Dove tutto è finto, ma nulla è falso...                                                                      Gigi Proietti


INTRODUZIONE

La storia si sviluppa nella Avezzano post secondo conflitto mondiale, in una palazzina ubicata nel popoloso quartiere denominato Concentramento. Pasquale Scettecone, sostenitore convinto della Monarchia è sposato con Maria Levatennanze, la coppia ha due figli, Annarella e Giustina La famiglia versa in condizioni di povertà assoluta, in quanto il capo famiglia Pasquale si ostina e convince  di essere un artista (pittore) e svolge soltanto tale attività, senza contribuire al bilancio familiare.

Maria Levatennanze, moglie di Pasquale è una donna orgogliosa, figlia di un  ricco mercante avezzanese è stata ripudiata dalla famiglia di origine, per aver sposato Pasquale, un artista squattrinato. Maria suo malgrado con dedizione ed umiltà è l'unica fonte di reddito della famiglia Scettecone.

Annarella, figlia maggiore della coppia ha come unico scopo quello di sposare un ricco signore, possibilmente di Celano. Giustine, il figlio minore di Pasquale e Maria, frequenta l'ultimo anno di scuola serale, ha bisogno della licenza elementare per poter lavorare, previa raccomandazione di don Vittorio (parroco del rione), all'ufficio postale di Avezzano e precisamente al telegrafo.

Padrone del palazzo a tre piani è Benedìtte Scinciapajia, che ogni mese cerca invano di recuperare i soldi dell'affitto. Scinciapajia è sempre accompagnato da suo fratello Cicche Pàole, purtroppo muto. Cicche Pàole al contrario del fratello, nonostante la sua impossibilità nel comunicare,  ha un carattere forte ed è molto intelligente, tuttavia non potendosi esprimersi e puntualmente è costretto ad assecondare ed accettare le decisioni del Fratello. Una commedia che il valente autore, Luca Clemente Cipollone, scrive concentrandosi come al solito sul senso di appartenenza avezzanese, con una ricerca minuziosa di affinità storiche ed aneddoti cittadini, che aderiscano e fortifichino una storia, direttamente collegata da un sottile filo alla sua precedente opera "J'Armestizie", anch'essa messa in scena con maestria dalla: 
                 Compagnia Teatrale Amatoriale 
"Je Concentramènte" dell'Associazione culturale parrocchia "MADONNA del PASSO" di Avezzano (AQ).
 


Commenti

Post più popolari